Da: "Ufficio Stampa_Monte Argentario" A: Oggetto: COMUNICATO Tenores di Bitti Data: mercoledì 20 agosto 2003 10.26 COMUNE DI MONTE ARGENTARIO c o m u n i c a t o ARIE DI MARE Porto Santo Stefano -64° Deposito territoriale dell'Aeronautica Militare giovedì 21 agosto ore 21,30 Tenores di Bitti in concerto Daniele Cossellu, oche e mesu oche Tancredi Tucconi, contra Mario Pira, bassu Piero Sanna, oche e mesu oche Molti spettatori li ricorderanno per le frequenti partecipazioni a "Quelli che il calcio", ma per il rigore della loro ricerca e la straordinaria perfezione vocale, i Tenores di Bitti non solo sono circondati in Sardegna da una reputazione quasi leggendaria, ma conosciuti in tutto il mondo come i maestri assoluti della tradizione millenaria del canto a tenores, insigniti di decine di premi, studiati ed ammirati dai più importanti etnomusicologi, hanno con musicisti del calibro di Lester Bowie ed Ornette Coleman e stabilito una stretta collaborazione con Peter Gabriel. Il canto a tenores, tipico dell'area barbaricina del centro della Sardegna, è una delle forme polivocali tradizionali più nobili ed affascinanti del Mediterraneo. Di origine antichissima e misteriosa, al pari delle radici stesse del popolo sardo e delle sue ricchissime forme musicali, ancor oggi sopravvive nella forma e nel repertorio canonici. Impiegando il loro timbro gutturale ed usando degli inconfondibili salti d'intonazione, i Tenores interpretano mutos, ottave, battorinas, terzine, canzoni a ballo e rime improvvisate, seguendo uno schema in cui la voce conduttrice svolge il motivo musicale mentre le altre tre voci intervengono subito dopo con un modulo musicale caratterizzato da una forte scansione ritmica su sillabe prive di senso logico. Profondamente diverso da ogni altro stile polivocale italiano, il canto a tenores, soprattutto nella impostazione delle voci basse, ha caratteri sorprendentemente analoghi alla musica indigena dell'Oceania e dell' Africa. Lo stile a tenores è anche caratterizzato da sedimentazioni e imitazioni naturalistiche: l'affinità con i comandi che i pastori usano per gli armenti, l'imitazione dei versi propri del mondo animale. IL CANTO A TENORES CON LA TRADIZIONE VERSO IL FUTURO Il 'canto a tenores' è una forma di canto polifonico che non ha uguali nel resto del mondo: le sue peculiarità ne fanno una realtà propriamente sarda. Non abbiamo elementi per poterne situare storicamente la nascita: sappiamo solo che nel 931 i soldati sardi della guardia imperiale accolsero l'imperatore bizantino con dei canti pervenuti a noi nella trascrizione di Costantino VIII Porfirogenito. Questo fatto ci induce a credere che esistesse nell'isola già all'epoca una forma di canto originale, ma possiamo solo supporre che questa avesse un qualche grado di parentela con il canto a tenores come lo conosciamo oggi. La tesi più accreditata ritiene che il canto 'a tenores' nasca dall'imitazione dei suoni della natura che circondano i pastori nei lunghi mesi di solitudine nei pascoli, in particolare i versi degli armenti: questo potrebbe anche spiegare perché nel canto a tenores si fa uso di suoni gutturali, dato che le voci degli animali non sono mai tonde e morbide, ma sempre aspre e taglienti. Se così fosse sarebbe facile attribuire a questa forma di canto un'origine antichissima, dato che l'allevamento del bestiame è stato una costante dell'economia e della società sarda. Il canto a Tenores è una forma di canto esclusivamente maschile diffusa nell'area centrosettentrionale della Sardegna, in una fascia di circa 50 km intorno a Nuoro. L'area di diffusione e il numero di praticanti di questo genere si sono ridotti negli ultimi anni, ma in misura molto minore rispetto ad altre manifestazioni culturali nel resto d'Italia, e questo in ragione della grande vitalità della tradizione e del suo profondo radicamento negli abitanti dell'isola. Un gruppo a tenores è formato da quattro voci virili, ognuna con un registro e un ruolo ben definiti. La voce principale, "sa boghe", intona e dirige il canto, generalmente tacendo durante la risposta delle altre tre voci: "sa contra" e "su bassu", dal caratteristico timbro gutturale, scandiscono ritmicamente delle sillabe senza senso logico (bim-bo-ro, bi-ram-bai e simili), mentre "sa mesu'oche" ha il compito di amalgamare timbricamente il coro. "Su bassu" e "sa contra" forniscono rispettivamente la tonica all'ottava e la quinta, e sono le due voci più vincolate, in quanto non possono discostarsi dal proprio ruolo di accompagnamento. "Sa mesu'oche" si attesta sulla terza maggiore dell'ottava alta, ed è quindi la voce più acuta; essa gode di una maggiore libertà sia dal punto di vista ritmico che da quello melodico, ed esegue spesso dei melismi. "Sa boghe" ricopre allo stesso tempo il ruolo di solista, cantando il testo con tutte le ornamentazioni che ritiene necessarie, e quello di direttore del coro, fornendo le tonalità di base e introducendo le modulazioni. I testi provengono spesso da autori classici della poesia sarda degli ultimi tre secoli, ma possono anche essere adottati brani di contemporanei, spesso i grandi improvvisatori delle gare di poesia, o essere composti dal coro stesso. L'apprendimento di questo genere di canto è interamente affidato all'insegnamento orale: i giovani imparano imitando gli anziani, ascoltati in occasioni di feste e matrimoni o nelle riunioni di amici. Si tratta quindi di un processo lungo che prevede in un primo momento la definizione del registro e quindi del ruolo del neo-cantadore, e in seguito l'apprendimento delle tecniche tradizionali e l'affinamento dell'orecchio musicale, nonché la memorizzazione dei testi che compongono il repertorio. Il canto a tenores ha svolto in passato un'importante funzione sociale come momento di aggregazione in primo luogo di un gruppo di amici, e poi dell'intera comunità paesana, in occasione delle esibizioni in pubblico, feste, matrimoni, vendemmie, solennità religiose, ecc. Oggi tale funzione è minacciata dalle innovazioni introdotte dalla società moderna, come la minore coesione fra le diverse fasce d'età, gli stili di vita profondamente diversi da quelli tradizionali, e non ultimo l'onnipresenza della televisione. Questo non deve tuttavia indurre a credere che il canto a tenores sia in via di estinsione: numerosi sono i giovani che si accostano tuttora a questa antica pratica e, se è vero che le abitudini di vita cambiano, ecco che anche le modalità di insegnamento si aggiornano: è recente l'istituzione di un corso di canto intensivo da parte di uno dei più celebri cori a tenores dell'isola, il gruppo "Remunnu 'e locu" di Bitti. Giuseppe Giuffrida